Bolsena è un piccolo borgo rivierasco che si affaccia sulla sponda settentrionale dell'omonimo lago.
Le origini di Bolsena risalgono al III sec. a.C.. quando Roma era in piena espansione nell'Italia centrale.
Dopo la conquista e la distruzione di Velzna (l'attuale Orvieto), i Romani esiliarono i superstiti sul lago di Bolsena.
Il nome Bolsena deriva dal latino Velzna, anche se all'epoca dei Romani la città si chiamava Volsinii Novi.
A testimonianza di quei tempi ci sono alcune necropoli e l’imponente cinta muraria dell’antica Volsinii lunga circa 4 km e che racchiude quanto di quell'epoca è arrivato fino a Noi.
Bolsena ha anche una importante storia medioevale - rinascimentale.
E' infatti tardo medioevale la seconda cinta muraria a protezione per il quartiere del Castello.
Le prime notizie certe di Bolsena risalgono al 1186 quando Papa Adriano IV, preoccupato dalla possibile discesa del Barbarossa, ordina di erigere le mura e scavare il fossato.
Gli Orvietani nel 1295 restaurarono le mura ed iniziarono a costruire la Rocca Monaldeschi della Cervara.
Nel 1398 il Papa Bonifacio IX concesse Bolsena ai Monaldeschi della Cervara, che, dopo la nomina a Conti nel 1421, trasformarono la Rocca in residenza signorile.
Oggi nella Rocca dei Monaldeschi della Cervarasi trova il Museo territoriale del lago di Bolsena.
Il Museo, di cui si consiglia espressamente la visita, è articolato in cinque sezioni espositive che coprono la storia del territorio dalla sua formazione ai giorni nostri.
Il Museo è suddiviso in cinque sezioni:
Piano terra prima sala - Vulcanologia e formazione del territorio
Piano terra prima sala - Protostoria e periodo Etrusco
Piano primo seconda sala - Il periodo Romano - Volsinii
Piano seminterrato - Medioevo
Piano seminterrato - Cultura materiale, tradizioni popolari e dialetto
Le sale sono veramente piene di reperti preziosi, unici ed antichi come questi "Oscillum" raffiguranti un volto o mostri marini.
Al suo interno si trovano molte opere uniche come il Trono Dionisiaco.
Il Trono Dionisiaco è realizzato in terracotta e fu rinvenuto durante gli scavi di Volsinii Novi frammentato in circa 150 pezzi.
L'opera è costituita da una base quadrata di 76 cm di lato che sostiene il piano del sedile e da una spalliera.
L'altezza restaurata è di circa un metro contro una stima di 1,35 t originali.
A destra ed a sinistra si stagliano due pantere sedute sulle quali bimbi inginocchiati giocano.
La parte tergale è ornata da un amorino.
La basilica ha avuto numerose modifiche negli anni ben visibile semplicemente guardando la facciata.
Da sinistra verso destra, si trovano la porta Santa (1863) con dietro, nello stile della Cappella di Montesierpi a San Galgano, la Cappella Nuova realizzata nel 1695.
Al centro si trova la basilica vera e propria realizzata in pieno medioevo (1078), ma dalla facciata rinascimentale realizzata tra il 1492 ed il 1494
A destra si trova l'oratorio di San Leonerdo realizzato a cavallo del 1400.
Infine il campanile è in stile gotico duecentesco.
L'interno della Basilica si sviluppa su tre navate ed un soffitto, non decorato, a travi in legno.
Una menzione speciale la facciamo per il polittico opera di Sano di Pietro, eseguito intorno alla metà del sec. XV ed esposto sull'altare centrale.
Il polittico rappresenta al centro la Vergine in trono con Bambino, a destra San Paolo e Santa Cristina ed a sinistra San Pietro e San Giorgio.
Ma Bolsena è anche il luogo del Miracolo Eucaristico o della transustanziazione.
Transustanziazione è una parola difficile, quasi impossibile impronunciabile, che però rappresenta buona parte della Fede Cattolica in quanto sta a significare che il pane ed il vino, durante il sacramento dell'Eucarestia, sono vereamente il Corpo ed il Sangue di Cristo.
Secondo il Compendio al catechismo della Chiesa cattolica Romana, la transustanziazione è:
"La conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue.
Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l'efficacia della parola di Cristo e dell'azione dello Spirito Santo.
Tuttavia, le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le «specie eucaristiche», rimangono inalterate."
Oggi tutti conosciamo la Festa del Corpus Domini, ma pochi sanno che la sua origine ha inizio con un miracolo eucaristico, avvenuto a Bolsena nel 1263 nella basilica dedicata ai Santi Giorgio e Cristina.
Spesso leggenda e verità storica si confondono o, meglio, si fondono in un tutt'uno.
Parzialmente tratto dall'opuscolo della Diocesi di Orvieto - Todi
"
Pietro da Praga era un sacerdote boemo pellegrino per Roma per sciogliere, sulla tomba degli Apostoli, i suoi dubbi riguardanti l'Eucarestia.
Passando per Bolsena volle celebrare Messa sulla tomba della martire Cristina.
Mentre il Prete si "crucciava" nei suoi dubbi, alle parole della Consacrazione, dall'ostia consacrata, iniziò a sgorgare del sangue che bagnò il corporale ed i lini liturgici del Prete ed alcune pietre del pavimento.
Papa Urbano IV, che in quei giorni si trovava ad Orvieto, fu informato dell'accaduto ed inviò un suo Messo per controllare la situazione.
Il Messo riportò al Papa il Sacro lino insanguinato e, Papa Urbano IV colpito dal miracolo, nel 1264 promulgò la Bolla "Transiturus" che istituiva la Festa del Corpus Domini.
Questo miracolo sarà poi ricordato come il Miracolo Eucaristico di Bolsena, da cui poi ha avuto origine la festa del Corpus Domini, istituita ad Orvieto nel 1264 da Papa Urbano IV e di cui nel 2013 si sono celebrate i 750 anni.
Del Miracolo Eucaristico della transustanziazione sono arrivate a noi quasi tutte le reliquie, come i lini macchiati di sangue e l'ostia del miracolo, conservati nel Duomo di Orvieto, ed alcune pietre macchiate di sangue oltre all'altare del miracolo, conservati proprio nella Basilica di Santa Cristina.
A Bolsena ogni anno, la Domenica dopo la data ufficiale del Corpus Domini, si realizza il "miracolo" delle infiorate ...
In Umbria sono tanti le città che ricordano questo miracolo con belle infiorate.
Citiamo le vicine Castiglion del Lago e Città della Pieve ... ma a Bolsena è tutta un'altra cosa.
Qui tutti, nma veramente tutti, si mettono a crearli con una pazienza ed una metodica che indica decine di abnni di esperienza.
E se qualcuno lascia Bolsena, farà di tutto per essere qui il giorno dell'infiorata del Corpus Domini.
Chiudiamo con un paio di consigli.
A Bolsena ogni angolo è da fotografare, per non perderlo o dimenticarlo, ma forse questo è impossibile.
Noi consigliamo di lasciare l'auto negli ampi parcheggi sul lungo lago e risalire verso la Rocca.
Il percorso è per molte parti quasi obbligato e quindi vedrete le stesse cose che abbiamo visto noi.
Specifichiamo che il percorso è abbastanza duro a salire con pendenze ben oltre l'8%.
Per i portatori di handycapp motori la scalata è, praticamente impossibile senza aiuto.
Questo sito non ha alcuna pretesa di completezza, ma vuole solo documentare fotograficamente un attimo di magia.
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Noi i borghi, o gli altri eventi di cui scriviamo, li visitiamo veramente.
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