Intanto togliamo ogni dubbio: solo le bottiglie di Chianti Classico possono fregiarsi del bollino del Gallo Nero e con il termine Chianti Classico si intende "il vino prodotto esclusivamente nell'area geografica del Chianti".
Il Consorzio ha origini antichissime.
Risale infatti alla "Lega del Chianti", autentica alleanza militare creata dalla Repubblica Fiorentina per unire le popolazioni dei villaggi Chiantigiani in difesa delle loro terre da Siena e da Pisa.
La Lega scelse come vessillo il Gallo Nero in campo oro e divise il suo territorio in terzieri: Radda, Gaiole e Castellina.
A Noi però risulta che fu Ser Lapo Mazzei l'autore del primo documento in cui si cita il termine Chianti.
Era il nel 1398.
Nel 1435, Sua nipote, Madonna Smeralda Mazzei sposò Piero di Agnolo da Fonterutoli e da allora, da 24 generazioni, i Mazzei producono vino al Castello di Fonterutoli.
A metà del'400, diminuiti i pericoli d'invasione, la Lega si dedicò al vino, stabilendo norme per la vinificazione e "definendo quand'era il momento di effettuar vendemmia" non prima del 29 settembre, giorno della festa di San Michele Arcangelo, ma con i mutamenti climatici attuali forse questa data è anticipata!
Con lo stesso spirito anche oggi il Consorzio tutela e promuove l'immagine del Vino Chianti Classico Gallo Nero e rappresenta la maggior parte dei produttori della vera zona del Chianti che comprende l'antica Lega del Chianti, Castelnuovo Berardenga, Barberino Val d'Elsa, Poggibonsi, San Casciano Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa.
Il decreto del Granduca di Toscana Cosimo III emesso nel 1716 estende il poter chiamare vino Chianti (non Classico) il vivo a base di uve sangiovese ptodotto nei seguenti territori limitrofi a quelli del Chianti geografico (in ordine alfabetico):
Colli Aretini
Colli Fiorentini
Colli Pisani
Colli Senesi
Montalbano
Montespertoli
Rufina
ma questo vino, pur essendo Chianti, non è il Chianti Classico Gallo Nero.
Il Chianti Classico "giovane", un tempo, veniva consumato quasi sempre entro un anno dalla vendemmia.
Oggi, il Consorzio del Gallo Nero ha posticipato la scadenza per la sua immissione sul mercato da Giugno a Novembre come minimo.
Nei primi anni della sua vita il Chianti Classico ha colore rubino brillante, è profumato, fruttato e rotondo.
Circa il venti per cento dell'intera produzione di Gallo Nero viene destinato alla riserva.
Tale vino ha colore rosso cupo tendente al granato, profumo di spezie e piccoli frutti di bosco, struttura importante, elegante e vellutato.
Sin dalla vendemmia le uve migliori vengono destinate alla riserva e le loro proprietà si arricchiscono con l'invecchiamento nelle botti di legno.
Si è passati dalle grandi botti in castagno o rovere di una volta a contenitori di dimensioni più piccole, barriques francesi oppure botti in rovere, che permettono maggiore cessione dei loro aromi al vino.
Il vino è stagionato nel legno per un periodo più o meno lungo a seconda delle dimensioni della botte per poi passare all'affinamento in bottiglia ed infine al mercato.
La "Denominazione di Origine Controllata e Garantita" è riconosciuta sin dal 1984 a seguito di stesura del disciplinare indicante norme e regole di vinificazione:
il vino deve essere ottenuto da quattro uve, due rosse (Sangiovese e Cannaiolo) e due bianche (Malvasia e Trebbiano) con percentuali minime ben definite. Possono anche essere usate, fino ad un massimo del 10%, altre uve rosse quali il Colorino, il Merlot e il Cabernet-Sauvignon
la produzione è limitata ad un massimo di 75 quintali ad ettaro
la pianta deve produrre al massimo 3 chilogrammi d'uva
la gradazione alcolica minima è di 12° per il vino normale e di 12,5° per quello della riserva
ogni partita di vino deve essere sottoposta al giudizio di una commissione censoria ministeriale
Colore: rubino vivace, tendente al granato con l'invecchiamento
Profumo: intensamente vinoso, anche con profumo di mammola, spiccato, e con pronunciato carattere di finezza nella fase di invecchiamento
Sapore: armonico, asciutto, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato
Le carni rosse cotte alla griglia si accompagnano con i vini di medio corpo, dalla tannicità contenuta
Mentre le carni rosse cotte in modo più elaborato sono da abbinare ai vini più complessi
I piatti di selvaggina oppure formaggi stagionati si sposano con le grandi riserve
Il miglior vino in Chianti ... a parere di Lorenzo il Magnifico dei Medici.
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